Il Gesù di Pasolini: il ruolo per cui Enrique Irazoqui è stato ricordato tutta la vita. Allora – era il 1964 – non aveva ancora 20 anni.
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Per una serie di circostanze in gran parte favorite dalla rete, nel 2017 ci siamo conosciuti a distanza e abbiamo maturato una profonda amicizia, condividendo pensieri, giudizi, aspettative e anche, simpaticamente, garbate ironie, ora esprimendoci in italiano, ora in castigliano.
Mi confessò un giorno che adorava gli amaretti, che aveva conosciuto tramite la madre italiana. E per tre anni gliene feci omaggio in occasione del suo compleanno, il 5 luglio. Me li chiedeva, li aspettava, autodefinendosi “caradura” (facciatosta). Gli ultimi quest’anno. Cominciò a non star bene, ma mi descriveva i suoi problemi senza rinunciare alla consueta ironia.
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La sera del 12 settembre l’ultima mail. Mi diceva di essere stato ricoverato in un ospedale di Barcellona, dove gli avevano diagnosticato un cancro al polmone sinistro. “Questo – scriveva – mi cambierà la vita, ma non la mia profonda amicizia per te”. Nella notte fra il 15 e il 16 settembre se n’è andato. Non abbiamo avuto il tempo di realizzare l’incontro più volte programmato: ma Enrique sarà mio amico per sempre. Non solo il Gesù di Pasolini.
Isa Morando