
“Il volume si sofferma su uno degli aspetti meno noti dell’oratore del Maryland, ovvero la sua passione per la fotografia, intesa come strumento atto a favorire l’emancipazione della popolazione afroamericana, fino a quel momento mai immortalata. ‘Gli scritti raccolti in questo volume, per la prima volta tradotti in italiano, testimoniano la grande attenzione di Douglass per le trasformazioni sociali e scientifiche del proprio tempo – spiega l’editore Andrea Sisti – Douglass coglie nella fotografia un formidabile strumento di emancipazione per i neri d’America, “un’arte democratica’, che, grazie alla sua neutralità meccanica, poteva per la prima volta rappresentare la vera natura dell’afroamericano, mostrarlo nella sua inequivocabile umanità, senza il fardello dei pregiudizi razziali prodotti dai bianchi”.